DIVENUTA IRREVOCABILE L’ASSOLUZIONE DEL DOTT. BACCILE PER CALUNNIA DI UN DIRIGENTE BANCA D’ITALIA QUERELATO PER FALSA PERIZIA RESA AL GIP DI BOLZANO
“Si porta a conoscenza degli scritti la circostanza del passaggio in giudicato della sentenza della Corte di Appello di Bolzano che ha assolto il Presidente onorario della SOS UTENTI, il Dr. Gennaro Baccile dall’accusa di calunnia. Reato del quale è stato accusato da un Collega consulente a seguito di acceso contrasto sui criteri di accertamento dell’usura con riferimento alle aperture che credito regolate in conto corrente. Si riassume la vicenda come segue:
1) Il Dr. Baccile contesta a noto e stimato consulente della Procura della Repubblica la redazione di una falsa perizia nell’ambito di una consulenza resa ad un Pubblico Ministero con riferimento alla denuncia di un imprenditore presentata per il reato di usura commessa dalla banca della quale era cliente con riferimento alle condizioni applicate ad un fido regolato in conto corrente.
2) La Procura della Repubblica archivia la denuncia presentata dal Dr. Baccile, nei confronti del detto Consulente.
3) A seguito dell’archiviazione il Consulente denuncia a sua volta il Dr. Gennaro Baccile per il reato di calunnia ritenendo offensive le espressioni utilizzate nella denuncia presentata dal Dr. Baccile nei suoi confronti.
4) In primo grado il Tribunale di Bolzano ritiene di assolvere il dr. Baccile dal reato oggetto di contestazione non ritenendo sussistente il reato.
5) Il detto consulente presenta appello avverso la sentenza di assoluzione del Dr. Baccile e la Corte di Appello conferma l’inesistenza del reato per il quale il Dr. Baccile è stato denunciato.
6) La sentenza di assoluzione del Dr. Baccile non è stata impugnata per Cassazione e quindi adesso è diventata definitiva.
Con riferimento a questa vicenda, dichiara il Dr. Baccile: “Tra il sottoscritto ed il citato Consulente, ex dirigente della Banca d’Italia, che merita ogni stima e apprezzamento per aver difeso con tutti i modi possibili il proprio convincimento circa i criteri di accertamento del tasso di usura con riferimento alle aperture di credito regolate in conto corrente, c’è UN SOLO VERO VINCITORE che è proprio la Giustizia. Chi scrive si è sempre battuto affinché tutti i consulenti di ufficio, sia in sede civile che in sede penale, rappresentassero ai Giudici ed ai Pubblici ministeri, tutti i criteri di calcolo previsti dalla giurisprudenza per l’accertamento dell’usura con riferimento ai rapporti di conto corrente, allo scopo di evitare le distorsioni applicative derivanti proprio dall’accettazione incondizionata dei soli criteri di calcolo previsti dalle circolari della Banca d’Italia, che sono in palese contrasto non solo con la previsione dell’Art. 644, comma 4°, del C. P., ma anche i criteri della matematica più elementare.
Criteri di calcolo che molti, o meglio, troppi Consulenti, presentano ai Tribunali come gli unici corretti, proprio come nel caso di specie. L’assoluzione sia in primo grado e poi in appello è costata allo scrivente non solo tempo e quindi mancato lavoro e quindi mancato guadagno ma anche i notevoli costi legali sostenuti per la difesa. Chi scrive ritiene tuttavia che ne sia valsa la pena perchè, con tutto il rispetto per il denunciante, le dette sentenze hanno ribadito il principio, che dovrebbe essere ovvio, per il quale ogni Consulente contabile, a prescindere da quale possa essere il proprio personale convincimento, è tenuto a dare conto al Tribunale e/o al Pubblico Ministero, di tutti i criteri di calcolo del tasso usura anche di quelli ritenuti, per personale convincimento, non corretti. Tanto allo scopo di garantire la terzietà e l’imparzialità dell’Organo giudicante del quale ogni consulente di ufficio costituisce l’appendice tecnica dovendone quindi mutuare le stesse caratteristiche di terzietà e di imparzialità”.
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Ortona, 26 Aprile 2025
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